Da quando si è diffuso il Covid-19 in Italia e tutti noi ci siam dovuti chiudere in casa, anche per lavorare, il fabbisogno di connessione internet è cresciuto a dismisura. La richiesta di maggiore connessione non è cresciuta solo quantitativamente, ma soprattutto qualitativamente e per farvi fronte il Paese sta accelerando nel processo di transizione dalla 4a alla 5a Generazione di antenne mobili, per paradosso, parallelamente, son aumentate anche le forme di opposizione a questa innovazione e siamo stati sommersi dalle cosiddette Bufale sul 5G
Le Bufale sono un fenomeno di disinformazione molto grave e pericoloso, perchè condizionano le scelte e i comportamenti delle persone e spesso non è facile distinguerle tra milioni di informazioni
Il tema sul quale è più facile far leva è senza dubbio quello della nostra salute, bersagliando le persone tramite social media con finti scoop allarmisti che si rivelano essere poi “fake news”
La pandemia da Covid ha amplificato questo fenomeno, rinforzando ulteriormente le convinzioni di chi già si opponeva al 5G. In rete infatti hanno trovato spazio tesi del tutto infondate, come quella secondo cui il 5G “provocava Covid-19” oppure indeboliva il sistema immunitario di chi era esposto alle radiazioni. Per evitare di cadere in false informazioni è sempre necessario far riferimento ai comunicati ufficiali delle istituzioni accreditate. In questo Redazionale proveremo a far chiarezza su alcuni luoghi comuni o vere e proprie fake news, relative alla nuova tecnologia 5G.
C’è correlazione tra epidemia da nuovo coronavirus e rete 5G?
Come ribadito anche dall’istituto superiore di sanità italiano non ci sono evidenze scientifiche che indichino una correlazione tra epidemia da nuovo coronavirus e rete 5G.
Il 5G utilizza le onde radio per collegare diversi dispositivi e non può essere un vettore per i virus. Il Coronavirus si è diffuso in tutto il mondo, attraverso l’ormai noto aerosol, da essere vivente a essere vivente, e oltretutto si è diffuso anche in quei Paesi dove attualmente le reti 5G non sono presenti.
E’ vero che esiste un aumento statisticamente significativo di alcuni tumori maligni a seguito di esposizione a radiofrequenze?
Le preoccupazioni per gli effetti delle reti mobili sulla salute pubblica son state sollevate sin dall’introduzione delle reti 2G, risalente ormai a 30 anni fa, ma non hanno mai trovato unanimità tra i diversi studi eseguiti
l’ICNIRP (International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection) ha specificato che non esistono evidenze coerenti, affidabili e generalizzabili di una correlazione tra radiofrequenze e tumori, anzi qualche mese fa, dopo uno studio lungo sette anni, ha evidenziato che tutte le indagini scientifiche sul 5G ne hanno ribadito la sicurezza sulla salute umana.
Una maggiore diffusione di antenne 5G sul territorio aumenterà i rischi di diffusione dei tumori?
Lo studio dello IARC (International Agency for Research on Cancer) del 2011, ha classificato i campi elettromagnetici per le telecomunicazioni come possibilmente cancerogeni n relazione all’esposizione dovuta all’utilizzo dei dispositivi mobili e non in relazione a esposizioni ambientali (quali quelle delle antenne). Molti non sanno che è più pericoloso stare troppo vicino ad un piano cottura a induzione o a un forno a microonde, mentre sono in funzione, che utilizzare uno smartphone di ultima generazione, dato che è la prossimità al corpo umano ad aumentare la pericolosità dei campi elettromagnetici; ad esempio usare a lungo le cuffiette wireless è più rischioso di avere un modem wi.fi posizionato in un corridoio, perché tra i due il secondo è più distante dal corpo e anche perché tutti i device per le telecomunicazioni son prodotti per ricalibrare le onde elettromagnetiche
Anche l’Istituto Superiore di Sanità e l’OMS (organizzazione mondiale della Sanità) hanno pubblicato Rapporti ufficiali (ISTISAN 19/11) nei quali è detto che “…le evidenze relative alla possibile associazione tra esposizione a RadioFrequenze e rischio di tumori si siano indebolite…” e che “All’aumentare della frequenza, c’è una minore penetrazione nei tessuti corporei (..) a condizione che l’esposizione complessiva rimanga al di sotto delle linee guida internazionali, non si anticipano conseguenze per la salute pubblica”
Perché si fa riferimento agli studi dell’ICNIRP? Cosa è ICNIRP?
L’ICNIRP è la commissione internazionale incaricata di studiare gli effetti delle radiazioni non ionizzanti; analogamente l’ICRP è la commissione internazionale che studia gli effetti delle radiazioni ionizzanti e stabilisce le regole per la protezione della popolazione e dei lavoratori dai raggi X, dai raggi gamma (utilizzati ad esempio in radiologia e radioterapia negli ospedali), dal radon.
Sugli studi dell’ICNIRP del 1998 si basano i livelli della Raccomandazione europea e, di conseguenza, i limiti italiani. I livelli di riferimento pubblicati nel 1998 sono stati sostanzialmente confermati con la pubblicazione delle nuove linee guida ICNIRP a marzo 2020
La tecnologia 5G (il cosiddetto “internet delle cose”), prevede l’installazione di un numero abnorme di antenne?
In relazione alla installazione di un numero elevato di antenne, le informazioni in possesso di Arpa e la constatazione delle attuali modalità di gestione delle reti, fanno supporre che la tecnologia 5G utilizzerà prioritariamente gli attuali impianti per la telefonia mobile e generalmente non richiederà l’installazione di nuove strutture.
La tecnologia 5G richiede l’abbattimento di molti alberi?
Anche in questo caso son state fatte circolare immagini di alberi morti o eliminazioni da aree urbane, video e foto che si son rivelatefake news. Non esiste nessun effetto mortale delle radiofrequenze sulla vegetazione, inoltre, non ci sono normative che prevedano l’abbattimento indiscriminato degli alberi per lasciar spazio alle installazioni telefoniche.
Gli alberi rappresentano un ostacolo alla potenza del 5G come molti altri elementi fisici del paesaggio e quindi nel momento in cui si deve scegliere dove posizionare le antenne (di qualsiasi tecnologia!) è necessario tener conto di questi elementi.
E’ vero che gli Enti di controllo non dispongono delle strumentazioni in grado di misurare le frequenze del 5G?
Falso. Le frequenze del segnale 5G sono pienamente verificabili da parte delle Agenzie per l’ambiente. Arpa FVG dispone, infatti, di sonde che misurano fino a 40 GHz, quindi anche le frequenze più alte del 5G.
IBisogna sottolineare che la diffusione di bufale sul 5G ha avuto degli impatti non trascurabili nella vita delle persone. Secondo un recente rapporto curato dalle associazioni del settore delle telecomunicazioni Etno e Gsma, nell’ultimo anno le fake news sulle reti di 5a Generazione hanno provocato più di 288 attacchi incendiari contro le antenne e diversi episodi di violenza nei confronti di lavoratori di aziende del settore in 13 paesi europei. Nei soli primi tre mesi del 2021 ci sono stati 30 attacchi contro i ripetitori 5G e ancora, tali fake news hanno fatto sì che molti i sindaci con ordinanze e altri provvedimenti abbiano stoppato l’installazione dei nuovi impianti facendo leva sui timori dei cittadini e facendosi portavoce di teorie strampalate sugli effetti del 5G sulla salute umana senza alcuna base scientifica.
E’ invece importante evidenziare che lo sviluppo delle reti 5G rispetto permette una maggiore velocità di trasmissione, tempi di risposta (latenza) più rapidi, la possibilità di gestire un numero molto superiore di connessioni in contemporanea e la possibilità di dedicare parti di rete a servizi ben precisi, aprendo a nuovi scenari e servizi possibili nel pubblico quanto nel privato
Un esempio? montare una fotocamera 5G su un dromedario che se ne va in giro nel deserto, laddove un drone non potrebbe mai arrivare, riprendendo la natura circostante e trasmettendolo al mondo e a chi studia gli ecosistemi, diventando uno strumento di enorme importanza e anche il primo DroNedario !!! https://www.instagram.com/unveilsaudi/